Sarà il carnevale appena passato, sarà l'arrivo della Primavera, ma io ho proprio voglia di colore, anche in cucina!! Così scelgo queste carote viola per realizzare questo hummus, un drago con una cresta di ceci, aculei di scaglie di mandorle e squame di scorza di limone! L'hummus è una crema a base di ceci macinati, semi di sesamo macinati (tahini), olio d'oliva, limone, aglio e cumino, originaria del Medio Oriente. Una crema da gustarsi a cucchiaiate o semplicemente da spalmare ovunque.

Sapevi che le primissime carote mai coltivate erano in realtà viola? Allora quelle arancioni da dove sono venute fuori? Nel 17 ° secolo, un ceppo di carota fu sviluppato dagli olandesi che contenevano quantità più elevate di beta-carotene e quelle diventarono le prime carote arancioni. Le carote arancioni sono diventate la norma e quelle viola diventarono la minoranza del mondo delle carote. Io voto per rendere di nuovo le catote viola la maggioranza! Quelle viola sono molto più dolci e leggermente più speziate delle loro controparte arancione.
Nota: molte varietà di carote viola sono gialle o arancioni all'interno. Devi trovare quelle purple total se vuoi ottenere un colore saturo come quello nella mia foto. Non si può davvero dire solo guardandole di che colore saranno all'interno, quindi assicuratevi di chiedere.
Per la storia e le proprità delle carote vi rimando al mio post:
#isegretidellafazenda dove le protagoniste sono prorpio le carote!
INGREDIENTI
- 200 gr Carote viola
- 110 gr ceci
- 1/2 spicchio d'aglio
- 1 cucchiaio di thaini
- 1 cucchiaino di semi di cumino
- scorza e succo di limone
- Olio evo sale e pepe
- prezzemolo
- mandorle a scaglie
PROCEDIMENTO
Dopo aver lessato i ceci e le carote uniteli in un mixer con il cumino, thaini, il succo di mezzo limone, scorza di limone, aglio e cominciare ad amalgamare versando l'olio a filo. Aggiustare di sale e pepe. A parte fare un battuto di prezzemolo, scorza di limone e scaglie di mandorle per guarnire.
L'aggiunta di queste carote aggiunge un tocco colorato divertente, salutare e leggermente dolce all'hummus classico.
L'utilizzo di parti quasi uguali di tahini e ceci rende l'hummus estremamente morbido e cremoso. Il tocco in più? Diventa creativo e gioca con l'aggiunta di diverse spezie nell'hummus. La scorza di limone
Era da un pò che non pubblicavo la ricetta di qualcosa di dolce, non che non ne abbia mangiati in questi giorni.. ma periodicamente mi piace prepararli sopratutto per la colazione, una marcia in più fatta con amore per iniziare al meglio le giornate. Troppo spesso la colazione viene liquidata in fretta e furia, consumata di corsa, raramente assaporata come dovrebbe, sopratutto durante la settimana. Se proprio non avete fatto a meno di quei cinque minuti in più sotto le coperte e siete in ritardo, potrete sempre addentare questi muffin mentre scendete le scale o salite in macchina!! L'atmosfera sarà un pò meno magica ma non perderete la poesia!
Il limone è una pianta generosa: seguendo il ciclo delle stagioni sa regalare tre differenti fioriture, garantendo freschi raccolti per tutto l’anno. Si tratta di una naturale magia che accompagna un frutto dalle potenti proprietà benefiche, la sua scorza garantirà quella nota fresca e agrumata e i semi di papavero una croccantezza inaspettata.
INGREDIENTI
- 650 gr Farina 00
- 150 gr zucchero di canna
- 250 gr yogurt bianco
- 75 gr burro fuso
- 2 uova
- 38 gr di semi di papavero
- scorza grattugiata di un bel limone
- una bustina di lievito per dolci
PROCEDIMENTO
Preriscaldare il forno a 190°. In una ciotola grande mescolate farina, semi di papavero e lievito. In un altra ciotola mescolate zucchero, uova, yogurt, burro e scorza di limone fino ad ottenere un composto omogeneo. Aggiungete il composto con le uova a quello con la farina e mescolate fino a che tutti gli ingredienti si amalgamano. Dividete equamente l'impasto negli stampi per muffin (dosi per 12 muffin). Fate cuocere per 25-30 min.
I semi di papavero non aggiungono solo fascino dei pois a questi muffin al limone freschi e vivaci: conferiscono a queste piccole tortine anche una certa croccantezza e una sfumatura dolce e delicata al sapore di nocciola.
"Difficile resistere al fascino primordiale della griglia. E di ciò che sulla griglia – brace di barbecue o camino, poco importa – si cuoce da migliaia, milioni di anni (…) Tra sacchi di carbonella, tavolette accendi-facile, quotidiani appallottolati, pinze, forchettoni e vassoi in bilico su tavolini improvvisati.." [Licia Granello]
Non sempre, himè, è possibile accendere il BBQ, vuoi per questione di tempo o di spazio o di meteo, però ci può venire incontro il forno! Se ci rifletto un attimo sono pochissimi i giorni in cui almeno una volta non accendo il forno, anche solo per scaldare un pò il pane. Questo contorno o insalata di verdure è un accompagnamento perfetto a qualsiasi pranzo o cena di qualsiasi stagione.

Spezia di punta per la riuscita in gusto di questo piatto è il pimenton (paprika spagnola), un prodotto analogo alla paprica ungherese, ricavato da una particolare varietà di peperoni essiccati e macinati in polvere. La sua preparazione è un'arte tanto che, nella regione di La Vera, nella comunità autonoma dell'Estremadura (a ovest della capitale), si fregia della certificazione Dop. Ne esistono un tipo dolce e uno piccante, in cui il gusto deciso è dato dall'utilizzo di semi e placenta, i filamenti interni dal sapore pungente. Ma il più caratteristico resta il pimenton ahumado , ovvero affumicato, essiccato al fumo di legni pregiati. Questo trattamento gli conferisce sentori intensi e caratteristici.
INGREDIENTI
- 3 Carote, 2 Finocchi, 1 Cipolla rossa
- 2 cucchiai misti di semi di zucca e girasole
- 1 cucchiaino di Pimenton dulce
- ½ cucchiaino di semi di coriandolo da pestare
- ½ cucchiaino di peperoncino
- sale e pepe
- Olio extra-vergine di oliva
- Aceto balsamico
- 1 cucchiaio di succo di limone fresco
PROCEDIMENTO
Tagliare le verdure e disporle su una teglia da forno, cospargere con olio ed infornare a 250° per 20 min. (forno statico). Nel frattempo, cuocere i semi di girasole e zucca, le spezie e il pepe e il sale con olio in una padella piccola a fuoco medio, mescolando spesso, fino a quando l'olio sfrigola dolcemente e i semi diventano croccanti (fare attenzione a non bruciare le spezie). Lasciate raffreddare. Mescolare in aceto e succo di limone. Condire le verdure con la vinaigrette così ottenuta.
Pravate e fatemi sapere!!! Io son qui che mi lecco ancora i baffi!
Una delle riviste di cucina che sfoglio più spesso è "CUCINA NATURALE", traggo ispirazione dalle ricette, spesso ricche di spezie o che usano ingredienti che normalmente non fanno parte della mia dieta. Ci sono giorni che mi piace sperimentare ed è così che provo questo pane alle cipolle, profumato, da gustarsi fetta dopo fetta. Il mix di farine assenti di glutine gli dona una consistenza pastosa, non sarà il solito pane scricchiolante e aereolato che conosciamo, la cipolla rosolata dona quella nota dolce e morbida amplificata anche dalla farina di ceci. Perfetto per un aperitivo o uno sfizioso antipasto sorprenderà i vostri palati. Volete sorprendere i vostri ospiti? Scoprite leggendo con quale birra vi consiglio di abbinarlo..
Mettiamoci all'opera e seguiamo i brevi passaggi per avere questo gustoso pane in cassetta e un odore dolciastro di cipolla in cucina.
INGREDIENTI
- 400 gr Farina di riso
- 100 gr Farina di ceci
- 350 ml Acqua
- Lievito di birra secco
- 1 Cipolla
- Sale
- Olio extra-vergine di oliva
PROCEDIMENTO
Affettate la cipolla e rosolatela con un filo d'olio e poco sale. Impastate le frine con l'acqua dove avete sciolto precedententemente il lievito. Lavorate bene l'impasto per alcuni minuti e poi incorporate la cipolla. Foderate con carta forno uno stampo da plum-cake e sistematevi l'impasto, coprite con pellicola da cucina e lasciatelo lievitare per 3-4 ore. Infornate il pane a 170-180° per 30 minuti, togliete lo stampo e proseguite la cottura in forno per latri 10-15 minuti.
Prima di servire fate raffreddare il pane, riuscirete a tagliarlo meglio senza sbriciolarlo. Se volete sorprendere i vostri ospiti, servitelo abbinato ad una birra rauchbier, ovvero una birra affummicata (rauch sta appunto per fumo) dove il malto viene essiccato esponendolo al calore diretto del fuoco. Schiuma abbondante la birra è limpida tra il rossastro e il ramato scuro, i sentori potrebbero ricordarvi la pancetta (ma anche lo speck affumicato, la scamorza, le note di malto non affumicate completano il tema olfattivo con rimandi al pane e la sua crosta, al miele e al caramello.
Tutti parlano di zuppe, un tempo tristi, sbagliate, allungate con la panna o pasticciate con i formaggini, ma adesso sono tornate di gran moda, un mood culturale molto diffuso soprattutto da quando imperversa l’espressione “comfort food” ovvero tutto quello che ti abbraccia e ti scalda mentre lo assapori. Non più la solita minestra, insomma, ma una più poliglotta soup. Io amo chiamarle vellutate, cremose addensate grazie all'amido della patata o al più al più con un cucchiaio di farina, (di ceci o di riso). Una cena leggera ma gustosa con un ingrediente forse ancora poco usato nelle cucine. Il mio assaggiatore è sempre un pò perplesso davanti a questi inusuali ingredienti ma alla fine gradisce e fa il bis!

Il topinambur, è una pianta erbacea originaria del nord dell’America (specialmente del Canada), è da sempre utilizzata in cucina, anche se per un lungo periodo è stata completamente dimenticata. Fu l’esploratore francese Samuel de Champlain durante una spedizione esplorativa nelle terre vicine a Cape Cod (nello stato del Massachusetts, poco a sud di Boston) a portare in Europa questo tubero Sfortunatamente per il topinambur la sua fama durò poco, un altro tubero stava arrivando nei mercati europei diventando l’ortaggio più consumato al mondo: la patata.
• P R O P R I E T A' • Il topinambur, pur presentandosi come un tubero, è un alimento ipocalorico (circa 30 kcal per 100g di alimento fresco) poiché contiene per l’80% acqua oltre ad avere frutto-oligosaccaridi (unità di fruttosio terminanti con glucosio) come l’inulina (circa il 10% del peso fresco ma comunque in proporzione variabile a seconda del periodo), che conferiscono al topinambur un potere calorico inferiore rispetto a quello delle patate. L’amido presente nelle patate è, infatti, totalmente digeribile dal nostro organismo in forma di glucosio, mentre i frutto-oligosaccaridi del topinambur non seguono lo stesso destino durante il transito intestinale. [fonte:
https://www.cure-naturali.it]
INGREDIENTI
- Topinambur 500 gr
- 1 Porro
- 1 Scalogno
- 2 Patate medie
- Brodo vegetale o acqua
- Riso venere
PROCEDIMENTO
Mettere a cuocere il riso Venere, nel frattempo portare ad ebollizione il brodo vegetale o semplicemente acqua, sbucciare i topinambur e le patate. Mettere tutto nella pentola del brodo e fare bollire. Quando i topinambur e le patate si spezzano, togliere dal fuoco e frullare tutto con un mixer ad immersione, aggiungere per dare ancora più consistenza cremosa il cucchiaio di farina di ceci. Fare bollire ancora per qualche minuto. Servire la zuppa accompagnata dal riso venere con una spolverizzata di erba cipollina.
Dal sapore delicato che ricorda quello del carciofo tenero crudo, questa vellutata accompagnata al riso venere dal profumo deciso che da consistenza al piatto, ti scalda il cuore.
Inverno, giornate di pioggia fredda, cielo plumbeo grigio..
voglia di cioccolata, voglia di sentire tutto il sapore del calore delle
fave di cacao in bocca, voglia di cremosità, voglia di approdare in un
porto sicuro in queste giornate tristi e solitarie.
Mi addentro in sapori ed accostamenti tipici del nord Europa, questa torta ha origini anglosassoni, usando una radice dalle
mille propietà - BARBABIETOLE ROSSE - dal colore importante che dona a questa torta una morbidezza ed una burrosità unica. In accoppiata con il cioccolato riempie la bocca ricordando il sapore dei frutti di bosco selvatici. E cosi mentre l'addenti ti perdi nella bellezza delle scogliere lambite dalla spuma delle onde, nei sussurri del vento che ti scompigliano i capelli, nel verde acceso dei prati dove corri a perdifiato. Una fetta della
beetroot pie è un viaggio dove acquisti equilibrio, essenza, risveglio dei sensi e consapevolezza di ogni istante. Ogni morso è un viaggio di scoperta, di sperimentazione e di positività. Deglutisci, riapri gli occhi e sei pronto per affrontare la giornata.
INGREDIENTI - Teglia Ø 22 cm -
- 125 gr Farina di farro
- 100 gr Zuccher di canna
- 40 gr Cacao amaro
- 300 gr Barbabietole rosse
- 100 gr Cioccolato fondente
- 150 ml Olio di arachidi
- 3 Uova medie
- 16 gr Lievito
INGREDIENTI - Glassa al cioccolato
- 150 gr cioccolato fondente
- 70 gr di zucchero di canna
- 120 gr di acqua
PROCEDIMENTO
Pulite e lessate le barbabietole per poi frullarle ed ottenere una consistenza cremosa, sciogliete a bagno maria il cioccolato fuso. In una ciotola unite tutte le polveri e mischiate bene, aggiungete l'olio e le uova e con una frusta da cucina amalgamate tutti gli ingredienti, continuando a sbattere unite le barbabietole e il cioccolato fuso. Imburrate ed infarinate la teglia, versate il composto ottenuto ed infornate a forno arrivato a temperatura.
Per la gustosa ganache al cioccolato procedete in questo modo:in un pentolino versate lo zucchero e l'acqua e scaldate fino a sfiorare il bollore. Abbassate la fiamma e aggiungete il cioccolato mescolando con un cucchiaio di legno fino a farlo sciogliere completamente: dovrete ottenere una consistenza liscia e fluida. Trasferite la glassa in una ciotola e fatela intiepidire per un quarto d'ora prima di utilizzarla.
Una frusta da cucina come fosse una bacchetta magica, da far roteare per segnare un cerchio magico dove ritagliarsi del tempo per creare, perchè la cucina è creatività, chimica e magia. Vedervi sopra i vari ingredienti che si uniscono, si amalgamano, cambiano sapore. Mi piace pensare che il roteare della frusta nella ciotola crea vibrazioni armoniche che si esplicitano poi nel gusto del dolce.
Non so se gli antichi druidi o le streghe o i maghi moderni alla fine leccano la loro bacchetta magica, io sulla mia frusta da cucina non lascio traccia del lavoro svolto!!!